Santuario della Madonna di Viganale (Sec. XVII)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Frazione Viganale |
Apertura | Aperta al pubblico Richieste di visita presso la Parrocchia |
Tariffe | Gratuito |
Pubblicazioni | Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana (Domodossola 1991) |
L'origine di un Santuario può essere la più diversa. C'è sempre però in ogni caso un fatto straordinario e misterioso, un momento di intensa emozione religiosa che nasce e cresce sul luogo per poi superare i confini in cui è nata, determinando un moto di pietà popolare e diventando un polo di attrazione religiosa. Lungo la mulattiera che un tempo saliva dalle frazioni più basse di Montecrestese per raggiungere la chiesa parrocchiale, in località Viganale, toponimo chiaramente allusivo al pascolo vicinale delle frazioni Roldo, Burella e Cardone, fu costruita una edicola dedicata alla Beata Vergine Maria delle Grazie. Non ci è noto il motivo particolare che ha indotto a costruire questa piccola testimonianza di fede e di amore verso la Madre celeste. Possiamo tuttavia supporre che sia avvenuto in quel luogo un fatto abbastanza importante per indurre chi l'ha vissuto a esternarla in tal modo.
Il superamento di un pericolo del corpo e dell'anima, della crisi per un improvviso malore, oppure del mortale agguato di nemici a cui era sfuggito proprio in quella località isolata, o un semplice impulso di fede e pietà, un debito di riconoscenza per una grazia ricevuta dalla Madonna delle Grazie spinse il signor Antonio Cerutti, nel 1516, a costruire la minuscola edicola ed a farvi dipingere una sacra immagine dal pittore Francesco Gagnola.
I Gagnola erano in quegli anni impegnati in numerose opere pittoriche nelle chiese ossolane, a Baceno, a Crodo ed a Premia. Anche a Montecrestese, oltre che nella pittura di questa cappella di Viganale, la presenza dei Gagnola è attestata a Seggio, a Portano e a Vigna; e ci sono seri motivi per credere che anche la chiesa parrocchiale ed alcuni antichi oratori fossero stati in parte decorati da essi, sebbene con la loro completa ricostruzione in tempi più recenti queste pitture siano andate perdute.
Risulta comunque anche storicamente preziosa la scritta tuttora leggibile sopra l'immagine della Madonna di Viganale: ANTONIUS DE CERUTTO FECIT FIERI HOC OPUS MDXVI DIE XIX MAI - FRANCISCUS DE CAGNOLIS DE NOVARIA PINXIT (Antonio di Cerutto fece fare quest'opera il 19 Maggio 1516 - Francesco dei Gagnoli di Novara dipinse). L'immagine è quella della Madonna delle Grazie. La Vergine è seduta in trono, coronata; regge con la mano sinistra un libro, mentre con la destra tiene il Bambino che, in piedi sul ginocchio destro della madre, solleva con la mano destra il simbolico globo del mondo sormontato dalla Croce, segno della sua infinita potenza salvifica, mentre con la sinistra porge un fiore, precisamente un garofano bianco, alla Madre, quale simbolico omaggio alla sua verginità. La sacra immagine, sebbene non delle migliori uscite dal pennello di Francesco Gagnola, crea con la semplicità del linguaggio la suggestione devozionale tipica del clima religioso dell'epoca.
La cappellina di Viganale a cui costantemente la buona gente di Montecrestese prese l'abitudine di indirizzarsi percorrendo quella strada per recitare una breve preghiera, salì nell'interesse generale della comunità per un fatto, reputato straordinario, successo l'il di Giugno del 1651 che cadeva la domenica fra l'ottava del Corpus Domini. Era anche il giorno dedicato a S. Barnaba che gli Statuti di Montecrestese volevano festivo per tutta la comunità. In Appendice riportiamo i documenti originali che riguardano questa vicenda. C'era in quell'epoca la pia abitudine, non del tutto scomparsa anche ai giorni nostri, da parte delle persone devote in transito sulla strada, di fermarsi un momento presso qualche immagine religiosa per recitare una semplice preghiera, una giaculatoria, e fare un atto di omaggio a Dio ed ai suoi Santi per propiziare il cammino ed il lavoro ed acquistare la perdonanza , cioè l'indulgenza generalmente concessa a questi atti di culto. Alcune persone recandosi quella mattina alla chiesa parrocchiale per ascoltare la S. Messa, essendosi come al solito avvicinate alla cappella che stava al bordo della strada per prendere la perdonanza, si accorsero che una striscia di colore rosso come il sangue scendeva dalla guancia e dal mento della Madonna fino al petto.
L'avevano vista Giacomo Micheli di Vigna e Maria Cerutti di Portano. Quest'ultima se ne era data una banale spiegazione. Pensava che fosse l'opera di qualche monello del luogo che aveva deturpato l'immagine della Madonna usando la buccia delle ciliege nere allora mature. Maria di Jorio, invece, andando alla Messa in parrocchia, si era soffermata davanti alla cappella notando che, almeno in apparenza, quello che scendeva dal volto della Madonna era sangue che era giunto fino alla gola, mentre, al ritorno dalla Messa, aveva raggiunto il garofano all'altezza del petto, segno che nel contempo era continuato a scorrere. Si tolse allora il fazzoletto dalla testa, lo scossale che tutte le donne portavano per andare alla chiesa, e deterse almeno in parte il sangue sceso sotto la gola della Madonna, tornando poi a casa sua.
Il superamento di un pericolo del corpo e dell'anima, della crisi per un improvviso malore, oppure del mortale agguato di nemici a cui era sfuggito proprio in quella località isolata, o un semplice impulso di fede e pietà, un debito di riconoscenza per una grazia ricevuta dalla Madonna delle Grazie spinse il signor Antonio Cerutti, nel 1516, a costruire la minuscola edicola ed a farvi dipingere una sacra immagine dal pittore Francesco Gagnola.
I Gagnola erano in quegli anni impegnati in numerose opere pittoriche nelle chiese ossolane, a Baceno, a Crodo ed a Premia. Anche a Montecrestese, oltre che nella pittura di questa cappella di Viganale, la presenza dei Gagnola è attestata a Seggio, a Portano e a Vigna; e ci sono seri motivi per credere che anche la chiesa parrocchiale ed alcuni antichi oratori fossero stati in parte decorati da essi, sebbene con la loro completa ricostruzione in tempi più recenti queste pitture siano andate perdute.
Risulta comunque anche storicamente preziosa la scritta tuttora leggibile sopra l'immagine della Madonna di Viganale: ANTONIUS DE CERUTTO FECIT FIERI HOC OPUS MDXVI DIE XIX MAI - FRANCISCUS DE CAGNOLIS DE NOVARIA PINXIT (Antonio di Cerutto fece fare quest'opera il 19 Maggio 1516 - Francesco dei Gagnoli di Novara dipinse). L'immagine è quella della Madonna delle Grazie. La Vergine è seduta in trono, coronata; regge con la mano sinistra un libro, mentre con la destra tiene il Bambino che, in piedi sul ginocchio destro della madre, solleva con la mano destra il simbolico globo del mondo sormontato dalla Croce, segno della sua infinita potenza salvifica, mentre con la sinistra porge un fiore, precisamente un garofano bianco, alla Madre, quale simbolico omaggio alla sua verginità. La sacra immagine, sebbene non delle migliori uscite dal pennello di Francesco Gagnola, crea con la semplicità del linguaggio la suggestione devozionale tipica del clima religioso dell'epoca.
La cappellina di Viganale a cui costantemente la buona gente di Montecrestese prese l'abitudine di indirizzarsi percorrendo quella strada per recitare una breve preghiera, salì nell'interesse generale della comunità per un fatto, reputato straordinario, successo l'il di Giugno del 1651 che cadeva la domenica fra l'ottava del Corpus Domini. Era anche il giorno dedicato a S. Barnaba che gli Statuti di Montecrestese volevano festivo per tutta la comunità. In Appendice riportiamo i documenti originali che riguardano questa vicenda. C'era in quell'epoca la pia abitudine, non del tutto scomparsa anche ai giorni nostri, da parte delle persone devote in transito sulla strada, di fermarsi un momento presso qualche immagine religiosa per recitare una semplice preghiera, una giaculatoria, e fare un atto di omaggio a Dio ed ai suoi Santi per propiziare il cammino ed il lavoro ed acquistare la perdonanza , cioè l'indulgenza generalmente concessa a questi atti di culto. Alcune persone recandosi quella mattina alla chiesa parrocchiale per ascoltare la S. Messa, essendosi come al solito avvicinate alla cappella che stava al bordo della strada per prendere la perdonanza, si accorsero che una striscia di colore rosso come il sangue scendeva dalla guancia e dal mento della Madonna fino al petto.
L'avevano vista Giacomo Micheli di Vigna e Maria Cerutti di Portano. Quest'ultima se ne era data una banale spiegazione. Pensava che fosse l'opera di qualche monello del luogo che aveva deturpato l'immagine della Madonna usando la buccia delle ciliege nere allora mature. Maria di Jorio, invece, andando alla Messa in parrocchia, si era soffermata davanti alla cappella notando che, almeno in apparenza, quello che scendeva dal volto della Madonna era sangue che era giunto fino alla gola, mentre, al ritorno dalla Messa, aveva raggiunto il garofano all'altezza del petto, segno che nel contempo era continuato a scorrere. Si tolse allora il fazzoletto dalla testa, lo scossale che tutte le donne portavano per andare alla chiesa, e deterse almeno in parte il sangue sceso sotto la gola della Madonna, tornando poi a casa sua.
Tratto da:
Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana
(Domodossola 1991)
Allegati
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