Oratorio di San Rocco (Sec. XVI)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Frazione Burella |
Apertura | Aperta al pubblico Richieste di visita presso la Parrocchia |
Tariffe | Gratuito |
Pubblicazioni | Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana (Domodossola 1991) |
L'oratorio di S. Rocco di Burella è un' altra testimonianza della devozione dei Montecrestesani al Santo protettore dalla peste. La sua origine quindi si deve far risalire ad un voto fatto dalla piccola comunità di Burella in occasione della pestilenza del 1513. Della sua esistenza accennano alcuni documenti ufficiali del secolo XVI ed in particolare gli Atti di Visita pastorale di mons. Remolo Archinto del 13 Maggio 1582. In quell'epoca l'Oratorio era in funzione da tempo, era dotato di sufficienti suppellettili e paramenti sacri e anche di una campanella posta come il solito sulla cima della facciata (1). Il fatto che non sia stato sospeso come altri di Montecrestese e vi si celebrasse la Messa fa supporre che avesse congrue dimensioni e una dotazione di rendite sufficienti. Tuttavia anche in questo Oratorio non si era sempre solleciti all'adempimento dei legati testamentari che spesso costituivano la più importante quota di dotazione. In una nota inserita negli Atti di Visita pastorale del 1596 i parroci se ne lamentano affermando che "i legati di due brente di vino all'anno in favore dell'Oratorio di Burella sono da anni trascurati", sebbene questo, probabilmente, sia avvenuto per la miseria degli anni passati.
Conseguentemente il vescovo mons. C. Bascapè, che in queste cose era giustamente esigente, diede ordine che tali legati fossero immediatamente adempiuti, compresi anche gli arretrati, ne gli parve congrua la suppellettile; per cui sospese ogni celebrazione fino a quando tutti gli ordini dati in proposito non fossero stati adempiuti (2).
La prima descrizione dell'Oratorio di S. Rocco di Burella ci viene dagli Atti di Visita pastorale del 12 Settembre 1616. Ha il presbiterio a occidente; è abbastanza ampio, ma non vi si celebra. Vi si accede scendendo quattro gradini. Il pavimento è in piode squadrate; il soffitto è in tavole di legno ben connesse e lavorate; le pareti sono rustiche. Ha tre finestre, due a mezzodì e l'altra a sinistra entrando sulla facciata che era posta a oriente, munite di inferriate. Ha una sola porta. C'è l'altare, ma mancano le suppellettili richieste per le celebrazioni liturgiche. Sopra la porta c'è un piccolo campanile con campanella 3. L'Oratorio quindi era orientato in senso opposto a quello attuale.
Anche i frazionisti di Burella, stimolati dal fervore religioso che stava crescendo a Montecrestese nei primi decenni del secolo XVII, ma, forse, più ancora in seguito alla famosa peste del 1629-1630, si decisero di dare all'Oratorio struttura più elegante e aderente ai canoni della fabbrica ecclesiastica. Nel 1635 il nuovo Oratorio era pressoché finito nella parte muraria e qualche anno dopo fu provvisto anche di nuove suppellettili liturgiche. Così dopo formale richiesta il Vicario generale con rescritto del 26 Settembre 1637 incarica il Vicario foraneo di Domodossola della visita canonica e, trovandolo in accordo con tutte le norme, concede che si riprenda la celebrazione della S. Messa (4).
Del nuovo Oratorio ci da qualche cenno il Visitatore pastorale del 16 Giugno 1641. E' orientato verso Est, costituito di una sola nave, pavimentata in piode e coperta da un soffitto in legno; le pareti sono ancora rustiche, ma si va edificando. Ha una porta a Ovest, affiancata da due finestre devozionali. Sulla parete di fronte, cioè nel presbiterio, vi è dipinta l'immagine della B.Vergine Maria. Il presbiterio è in volta, imbianchito ed illuminato da finestre, difese da inferriate e impannate di tela in luogo dei vetri. Vi si celebra raramente e le elemosine, raccolte di porta in porta dai fabbricieri, vengono spese per la ricostruzione. Manca una icona conveniente e si raccomanda di arrivare presto alla fine dei lavori, costruendo le volte in muratura, facendo la decorazione e fornendo migliori suppellettili; il che, nota il Visitatore, poteva essere fatto senza difficoltà giacché i frazionisti di Burella erano ricchi (cum incole sint dives) (5).
Conseguentemente il vescovo mons. C. Bascapè, che in queste cose era giustamente esigente, diede ordine che tali legati fossero immediatamente adempiuti, compresi anche gli arretrati, ne gli parve congrua la suppellettile; per cui sospese ogni celebrazione fino a quando tutti gli ordini dati in proposito non fossero stati adempiuti (2).
La prima descrizione dell'Oratorio di S. Rocco di Burella ci viene dagli Atti di Visita pastorale del 12 Settembre 1616. Ha il presbiterio a occidente; è abbastanza ampio, ma non vi si celebra. Vi si accede scendendo quattro gradini. Il pavimento è in piode squadrate; il soffitto è in tavole di legno ben connesse e lavorate; le pareti sono rustiche. Ha tre finestre, due a mezzodì e l'altra a sinistra entrando sulla facciata che era posta a oriente, munite di inferriate. Ha una sola porta. C'è l'altare, ma mancano le suppellettili richieste per le celebrazioni liturgiche. Sopra la porta c'è un piccolo campanile con campanella 3. L'Oratorio quindi era orientato in senso opposto a quello attuale.
Anche i frazionisti di Burella, stimolati dal fervore religioso che stava crescendo a Montecrestese nei primi decenni del secolo XVII, ma, forse, più ancora in seguito alla famosa peste del 1629-1630, si decisero di dare all'Oratorio struttura più elegante e aderente ai canoni della fabbrica ecclesiastica. Nel 1635 il nuovo Oratorio era pressoché finito nella parte muraria e qualche anno dopo fu provvisto anche di nuove suppellettili liturgiche. Così dopo formale richiesta il Vicario generale con rescritto del 26 Settembre 1637 incarica il Vicario foraneo di Domodossola della visita canonica e, trovandolo in accordo con tutte le norme, concede che si riprenda la celebrazione della S. Messa (4).
Del nuovo Oratorio ci da qualche cenno il Visitatore pastorale del 16 Giugno 1641. E' orientato verso Est, costituito di una sola nave, pavimentata in piode e coperta da un soffitto in legno; le pareti sono ancora rustiche, ma si va edificando. Ha una porta a Ovest, affiancata da due finestre devozionali. Sulla parete di fronte, cioè nel presbiterio, vi è dipinta l'immagine della B.Vergine Maria. Il presbiterio è in volta, imbianchito ed illuminato da finestre, difese da inferriate e impannate di tela in luogo dei vetri. Vi si celebra raramente e le elemosine, raccolte di porta in porta dai fabbricieri, vengono spese per la ricostruzione. Manca una icona conveniente e si raccomanda di arrivare presto alla fine dei lavori, costruendo le volte in muratura, facendo la decorazione e fornendo migliori suppellettili; il che, nota il Visitatore, poteva essere fatto senza difficoltà giacché i frazionisti di Burella erano ricchi (cum incole sint dives) (5).
Allegati
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