Oratorio di San Giovanni Battista (Sec. XVI - XVIII)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Frazione Altoggio |
Apertura | Aperta al pubblico Richieste di visita presso la Parrocchia |
Tariffe | Gratuito |
Pubblicazioni | Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana (Domodossola 1991) |
Altoggio di tutte le frazioni di Montecrestese fu per molto tempo quella più abitata. C'è quindi da aspettarsi che, essendo anche la più lontana dalla chiesa parrocchiale, abbia provveduto per prima a fornirsi di un proprio Oratorio per soddisfare le richieste della devozione popolare. Ed infatti già mons. Romolo Archinto, visitando Montecrestese nel Maggio del 1582, ricorda l'Oratorio di Alloggio dedicato a S. Giovanni Battista. Le suppellettili erano quelle poverissime che potevano permettersi in quell'epoca i frazionisti di Alloggio: un altare, un messale, una pianeta ed una campanella che possiamo supporre allogata sulla cuspide della facciata (1).
Ne accenna anche il Sinodo di mons. Cesare Spedano nel 1591 che lo indica come semplice oratorio devozionale Oratorium devotionis Altogii (2).
La devozione a S. Giovanni Battista è intimamente collegata con l'attività silvo-pastorale che era preminente ad Alloggio, la frazione più alta di Montecrestese, che aveva alle sue spalle un vasto territorio di boschi e pascoli fino al confine svizzero. S. Giovanni Battista che era vissuto nel deserto era il naturale protettore di questi alpigiani che se ne stavano lunghi mesi, isolati, sulla montagna a pascolare il bestiame a contatto con la natura non sempre amica. Ricordiamo l'usanza di benedire i fiori e le erbe nel giorno di S. Giovanni Battista, portandone parte sugli alpeggi, mescolandoli con il fieno delle bovine per preservarle dalle malattie, bruciandoli in occasione di temporali sulla porta delle baite per allontanare la grandine e i fulmini. Con la festa di S. Giovanni Battista (24 Giugno) iniziava in tutta l'Ossola l'inalpamento. Con la protezione del Santo e la benedizione i pascoli e gli alpeggi si aprivano alle mandrie delle bovine, e non a caso queste passavano a ricevere la benedizione del sacerdote che saliva ad Alloggio e la impartiva solennemente ad esse ed ai fiori nella festa di S. Giovanni Battista (3).
A S. Giovanni Battista in Ossola si associa spesso anche S. Giovanni evangelista, il cui simbolo è il calice in cui guizza un serpe e quindi è invocato come protettore dai serpenti e da tutti i cattivi incontri. Anche la festa di S. Giovanni evangelista (27 Dicembre) è correlata con quella di S. Giovanni Battista, cadendo ambedue in prossimità dei solstizi d'estate e d'inverno rispettivamente. Questo ci fa anche supporre che le due festività ricalchino quelle pagane dedicate al dio Giano (si osservi la non casuale assonanza fra Janos e Johannes) tipiche delle culture contadine. Ed anche ad Alloggio, rispettando probabilmente antichissime tradizioni precristiane, si faceva festa in ambedue queste ricorrenze. Così stabiliscono infatti gli Statuti del 1530 per tutta la comunità di Montecrestese.
Altre occasioni in cui si celebrava nell'Oratorio di Alloggio erano venute man mano fissandosi con il tempo. Negli Atti di Visita pastorale del 1596 si ricorda il legato di stara tre di grano lasciato alla cappella di S. Giovanni Battista di Alloggio con carico di una S. Messa alla settimana, che però da tempo non era stato soddisfatto e che il vescovo mons. C. Bascapè insiste perché sia recuperato in modo che i frazionisti di Alloggio abbiano la consolazione di una celebrazione liturgica ogni settimana, specialmente a vantaggio degli anziani, delle donne e dei bambini che non potevano recarsi alla lontana chiesa parrocchiale (4). Questa trascuratezza aveva i suoi motivi scusanti. C'erano stati anni di grande carestia in tutta l'Ossola, dicevano i parroci, e molti che erano gravati da legati facevano fatica a vivere e la povertà era pressoché generale; era quindi comprensibile che si trascurassero questi obblighi pii stabiliti da generosi oblatori in tempi più prosperi.
La prima descrizione dell'Oratorio di Alloggio si ha negli Atti di Visita pastorale del 12 Settembre 1616 e, meglio, nell'Inventario del 21 Dicembre 1617 che recita così: II suddetto Oratorio è posto in coppo della villa di Alloggio, lontano dalla parrocchiale per strada sempre ascendente et ardua un buon miglio circa. E' posto verso oriente. E' tutto soffittato e dipinto dal mezzo in su di varie immagini vecchie. E' lungo brazza 15 e largo brazza 7. Ha una sola finestra presso l'altare dal lato meridionale con una ferrata. Il Visitatore pastorale aggiunge che è abbastanza ampio, ma molto oscuro; ha il pavimento in piode squadrate, il soffitto in tavole di legno sufficientemente decorato; ha inoltre due porte: la principale a occidente in facciata e la secondaria sul lato meridionale, che si consiglia di chiudere per aprirvi invece una finestra che dia maggior luce all'ambiente. Sopra l'altare vi è una piccola ancona a forma di armadio nella quale vi è la statua lignea della B. Vergine Maria con il Bambino in braccio. Sulle ante di questa ancona, che viene chiusa quando non si celebra alcuna funzione liturgica, è dipinta l'Annunciazione.
Ne accenna anche il Sinodo di mons. Cesare Spedano nel 1591 che lo indica come semplice oratorio devozionale Oratorium devotionis Altogii (2).
La devozione a S. Giovanni Battista è intimamente collegata con l'attività silvo-pastorale che era preminente ad Alloggio, la frazione più alta di Montecrestese, che aveva alle sue spalle un vasto territorio di boschi e pascoli fino al confine svizzero. S. Giovanni Battista che era vissuto nel deserto era il naturale protettore di questi alpigiani che se ne stavano lunghi mesi, isolati, sulla montagna a pascolare il bestiame a contatto con la natura non sempre amica. Ricordiamo l'usanza di benedire i fiori e le erbe nel giorno di S. Giovanni Battista, portandone parte sugli alpeggi, mescolandoli con il fieno delle bovine per preservarle dalle malattie, bruciandoli in occasione di temporali sulla porta delle baite per allontanare la grandine e i fulmini. Con la festa di S. Giovanni Battista (24 Giugno) iniziava in tutta l'Ossola l'inalpamento. Con la protezione del Santo e la benedizione i pascoli e gli alpeggi si aprivano alle mandrie delle bovine, e non a caso queste passavano a ricevere la benedizione del sacerdote che saliva ad Alloggio e la impartiva solennemente ad esse ed ai fiori nella festa di S. Giovanni Battista (3).
A S. Giovanni Battista in Ossola si associa spesso anche S. Giovanni evangelista, il cui simbolo è il calice in cui guizza un serpe e quindi è invocato come protettore dai serpenti e da tutti i cattivi incontri. Anche la festa di S. Giovanni evangelista (27 Dicembre) è correlata con quella di S. Giovanni Battista, cadendo ambedue in prossimità dei solstizi d'estate e d'inverno rispettivamente. Questo ci fa anche supporre che le due festività ricalchino quelle pagane dedicate al dio Giano (si osservi la non casuale assonanza fra Janos e Johannes) tipiche delle culture contadine. Ed anche ad Alloggio, rispettando probabilmente antichissime tradizioni precristiane, si faceva festa in ambedue queste ricorrenze. Così stabiliscono infatti gli Statuti del 1530 per tutta la comunità di Montecrestese.
Altre occasioni in cui si celebrava nell'Oratorio di Alloggio erano venute man mano fissandosi con il tempo. Negli Atti di Visita pastorale del 1596 si ricorda il legato di stara tre di grano lasciato alla cappella di S. Giovanni Battista di Alloggio con carico di una S. Messa alla settimana, che però da tempo non era stato soddisfatto e che il vescovo mons. C. Bascapè insiste perché sia recuperato in modo che i frazionisti di Alloggio abbiano la consolazione di una celebrazione liturgica ogni settimana, specialmente a vantaggio degli anziani, delle donne e dei bambini che non potevano recarsi alla lontana chiesa parrocchiale (4). Questa trascuratezza aveva i suoi motivi scusanti. C'erano stati anni di grande carestia in tutta l'Ossola, dicevano i parroci, e molti che erano gravati da legati facevano fatica a vivere e la povertà era pressoché generale; era quindi comprensibile che si trascurassero questi obblighi pii stabiliti da generosi oblatori in tempi più prosperi.
La prima descrizione dell'Oratorio di Alloggio si ha negli Atti di Visita pastorale del 12 Settembre 1616 e, meglio, nell'Inventario del 21 Dicembre 1617 che recita così: II suddetto Oratorio è posto in coppo della villa di Alloggio, lontano dalla parrocchiale per strada sempre ascendente et ardua un buon miglio circa. E' posto verso oriente. E' tutto soffittato e dipinto dal mezzo in su di varie immagini vecchie. E' lungo brazza 15 e largo brazza 7. Ha una sola finestra presso l'altare dal lato meridionale con una ferrata. Il Visitatore pastorale aggiunge che è abbastanza ampio, ma molto oscuro; ha il pavimento in piode squadrate, il soffitto in tavole di legno sufficientemente decorato; ha inoltre due porte: la principale a occidente in facciata e la secondaria sul lato meridionale, che si consiglia di chiudere per aprirvi invece una finestra che dia maggior luce all'ambiente. Sopra l'altare vi è una piccola ancona a forma di armadio nella quale vi è la statua lignea della B. Vergine Maria con il Bambino in braccio. Sulle ante di questa ancona, che viene chiusa quando non si celebra alcuna funzione liturgica, è dipinta l'Annunciazione.
Tratto da:
Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana
(Domodossola 1991)
Allegati
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