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Oratorio della Beata Vergine Annuciata (Sec. XVII)

Scheda

Nome Descrizione
Indirizzo Frazione Giosio
Apertura Aperta al pubblico
Richieste di visita presso la Parrocchia
Tariffe Gratuito
Pubblicazioni Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana (Domodossola 1991)
Nella frazione Giosio, in epoca imprecisata, ma anteriormente al secolo XVII, sorse una cappella dedicata alla B. vergine Maria. Non se ne è trovata traccia finora nei documenti e quindi la sua origine non può meglio essere stabilita se non supponendo che anch'essa sia dovuta alla spontanea devozione locale e all'iniziativa di qualche persona pia. Le sue dimensioni, pur essendo ridotte, dovevano tuttavia permettere, almeno saltuariamente, la celebrazione della S. Messa. Si trattava probabilmente di una di quelle costruzioni, aperte sulla facciata, difese solo da una cancellata di legno, coperte da una breve volta a botte in muratura e senza finestre, che il Concilio di Trento dichiarò esplicitamente inagibili per le funzioni liturgiche. Per questo motivo anche quella di Giosio restò per molti anni solo cappella ad orandum.
All'inizio del secolo XVII, con il crescere del fervore religioso nella parrocchia di Montecrestese, nacque anche il desiderio nei frazionisti di Giosio di avere un proprio Oratorio, capace di maggior numero di fedeli e soprattutto fatto "alla forma", cioè in grado di accogliere le celebrazioni liturgiche della S. Messa a vantaggio del popolo circostante.
Il terreno necessario per la costruzione fu gratuitamente ceduto da Domenica, vedova di Pietro Ciucchi, ponendo la condizione che i curatori del costruendo Oratorio facessero poi celebrare una Messa all'anno in perpetuo in suffragio dell'anima sua (1). Questo terreno era aderente alla vecchia cappella e permetteva l'ingrandimento desiderato. Si pensò invece di ricostruirlo ex uovo dandogli un disegno architettonico più moderno. Tutto questo ricaviamo dal documento del 2 Marzo 1639 in cui il Provicario generale E. Tornielli incarica il Provicario foraneo di Domodossola di visitare l'Oratorio della B.V. Annunciata di Giosio che si sta riedificando (quod noviter construitur) e, riscontrando che sia stato costruito nella debita maniera, di benedirlo, e , trovando che sia fornito delle necessarie suppellettili, concedere anche l'autorizzazione a celebrarvi la S. Messa. La visita canonica del Provicario foraneo don Giovanni Bonardi, parroco di Caddo, seguì il 19 Marzo 1639. Dalla relazione appare che l'Oratorio era stato costruito secondo le norme e il disegno già presentato antecedentemente ed approvato.
Mancavano però le suppellettili. Fu fatta quindi la proposta di supplire con i paramenti della chiesa parrocchiale che ne possedeva in abbondanza e, data anche la formale promessa dei frazionisti di dotare l'Oratorio con una congrua stipe per ricavare elemosine sufficienti per sostenere le spese delle regolamentari 12 Messe annue, il Provicario foraneo lo benedisse e concesse l'autorizzazione a celebrarvi la S. Messa (2).
L'assegnazione della dote delle 12 Messe annuali da celebrarsi una ogni mese fu fatta poco dopo e in seguito si aggiunsero altre 5 Messe fondate con lascito testamentario da Giacomo Tedesco di Alteno che mise a disposizione un credito di 150 lire (26 Maggio 1644) (3).
Non si deve però credere che l'Oratorio di Giosio nel 1639 fosse come quello attuale. Si trattava infatti solamente della cappella principale o presbiterio; il resto era tutto da fare. Infatti nella Visita pastorale del 1641 se ne da una sommaria descrizione. E' posto verso oriente; consta di una sola nave, pavimentata; si stanno ancor costruendo le mura perimetrali che avevano raggiunto l'altezza di 7 braccia (m.4.2); mancava il tetto. La cappella del presbiterio invece era costruita in volta, imbiancata e pavimentata; ha un altare appoggiato alla parete di fondo sopra il quale, in una nicchia, c'è una piccola statua della Madonna che serve per ancona provvisoria. Ha suppellettili sufficienti per celebrarvi la S. Messa. Sulla sommità del presbiterio c'è anche un piccolo campanile a vela con campanella che dovrebbe essere quella attuale, datata 1638. L'Oratorio ha una discreta dote di beni stabili con un reddito di circa 18 lire annue. Due fabbricieri eletti dagli uomini di Giosio provvedono alla cura dell'Oratorio ed al compimento della sua costruzione (4).
La cappella o presbiterio, chiusa da un semplice assito, attendeva di riunirsi al corpo dell'Oratorio. Negli anni seguenti fu dato effettivo compimento alla costruzione dei muri perimetrali e della volta coperta da un robusto tetto in piode. La data incisa sull'architrave della porta principale - 1650 - è probabilmente anche quella che scandisce il compimento della parte muraria.
Nella Visita pastorale del 3 Giugno 1658, fatta da mons. Giulio Maria Odescalchi, l'Oratorio appare ormai completo. Sopra l'altare come ancona vi è il bei quadro che raffigura la B. Vergine Annunciata, uscito dalla bottega del pittore fiorentino Luigi Reali (5). Sull'arco del presbiterio, come era di norma, fu posto l'architrave in legno dipinto e dorato supportante il crocefisso. La scritta 1665 Die xxi Jullius (sic!), posta sul retro ci informa sul tempo in cui fu posto.

Tratto da:
Storia di Montecrestese di Tullio Bettamini - Edizione di Oscellana
(Domodossola 1991)

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